Il territorio di Calangianus si estende per tutto il versante orientale del monte Limbara, dove foreste di leccio, conifere e macchia mediterranea, ricoprono una conca granitica posta a 500 metri d’altitudine nel cuore della Gallura. L’altura in cui è oggi posizionato il paese, ha garantito fin dai tempi antichi, un comodo riparo per l’insediamento preistorico e protostorico dell’uomo, dove l’abbondanza di granito e sughero ha fornito fonte preziosa di sostentamento per la comunità locale.
Nell’agro di Calangianus si registra la presenza di ben 11 nuraghi e 2 tombe di giganti. Di queste, una perfettamente conservata si trova nei pressi del rio Santu Paulu, l’altra in località Pascaredda, in direzione della vecchia stazione Nuchis. La presenza dell’uomo nuragico risale al 2.000 a.C. e in epoca preistorica il territorio di Calangianus risulta abitato già dall’età del rame.
Tra le realtà archeologiche ancora visitabili e risalenti al II millennio a.C., meritano senz’altro interesse la Fonte sacra di Li Paladini, posta alle falde del Monte Deu in prossimità di Badu Mela, e il nuraghe Agnu, affiancato da un dolmen.
I resti romani rinvenuti nell’area antistante il comune, confermano l’esistenza dell’abitato già in quell’epoca: l’oppidum di Calangiani – risalente al 1100 d.C. – era situato esattamente sulla via tra Civita (l’antica Olbia), Tertium (l’odierna Telti) e Tibula (quella che in passato era Castelsardo).
Il centro storico di Calangianus si intreccia tra strade affusolate lastricate di granito e case in pietra raccolte attorno alla parrocchia di Santa Giusta, luogo di culto di enorme importanza per tutta la Gallura. La sua facciata, anch’essa in granito, risale al XIV secolo mentre gli interni sono interamente fregiati da pregiati affreschi, notevoli dipinti e splendide opere marmoree.
Lo spirito di devozione che contraddistingue Calangianus, emerge a partire dal Museo diocesano d’Arte Sacra ospitato presso l’oratorio di Nostra Signora del Rosario, adiacente alla parrocchiale e fondato dall’omonima confraternita nel 1626. All’interno è custodita una ricca collezione di opere liturgiche risalenti al XVI e XVIII secolo.
Le numerose chiese del centro urbano e quelle che popolano le campagne del territorio, offrono itinerari d’interesse storico-culturale sia per i fedeli che per i turisti. Il Santuario della Vergine delle Grazie, sorto sui resti di una chiesa rurale dedicata a San Paolo Eremita e ricostruito nel 1904, si trova all’interno di un parco a sud della cittadina.
Per restare nelle campagne di Calangianus, la rigogliosa vallata del rio Santu Paulu rientra all’interno del parco regionale del Limbara, scenografico territorio che offre itinerari da percorrere sia a piedi che in bici o a cavallo, e lungo i quali si attraversano splendidi panorami, come la sugherata di Stazzana, dove riposano silenziosi i lecci secolari.
Calangianus è uno dei maggiori centri italiani di produzione del sughero: già nella seconda metà del Novecento si contano oltre 300 laboratori e industrie dedicati alla lavorazione della corteccia. Oggi ospita un Museo dedicato con una vasta esposizione in cui si raccontano le attività e i prodotti principali della capitale sarda del sughero.