Appartenente alla Comunità montana del Monte Acuto e alla diocesi di Ozieri, Alà dei Sardi è una vera e propria enclave logudorese tra la Gallura, la Baronia e le prime campagne del Nuorese. I limiti amministrativi sono segnati dai corsi d’acqua: a nord dal Rio S’Elene, affluente del fiume Coghinas, a sud dal Rio S’Aragòne.
Il territorio è caratterizzato dalle increspature dei Monti di Alà che culminano con la punta di Senalonga a 1077 metri d’altezza, dalla cui vetta è possibile scorgere nelle giornate più terse il Golfo di Olbia, l’isola di Tavolara e perfino i primi rilievi della Corsica.
In località S’aldu Pinzòne, sono state ricostruite le antiche capanne dei pastori, in sardo cubones o pinnettas, in prossimità di un piccolo corso d’acqua che grazie alle sue cascatelle crea un ambiente dalle melodie rilassanti. Anche al confine con Berchidda, a Pali-bàsciu e a Su fossu malu, si trovano una serie di suggestivi salti naturali di una decina di metri che rendono attraente il luogo per gli appassionati di canyoning e per attività off-road. Dalla foresta di Sos Litos, al confine col comune di Bitti, è possibile scorgere le montagne del Parco Naturale Regionale Tepilora e le prime vallate della Barbagia.
Il territorio di Alà dei Sardi fu abitato fin dal Neolitico e le principali testimonianze risalgono al periodo nuragico. Attorno al territorio comunale si contano una ventina tra siti archeologici, torri, villaggi, tombe di giganti e santuari. Il principale sorge proprio nei pressi di Punta Senalonga: il santuario nuragico di Sos Nurattolos, dedicato al culto delle acque e risalente all’età del Ferro, è composto da una fonte sacra, una capanna delle riunioni, il santuario e le abitazioni. A sud del borgo si trovano il ben conservato nuraghe Boddò e il villaggio di Su Pedrighinosu, che custodisce ancora edifici circolari e una fucina.
L’origine del toponimo di Alà dei Sardi resta ancora oscura. Alcuni fanno derivare il nome dal termine latino che designava un reparto della cavalleria militare, ma l’ipotesi più probabile resta quella che si attribuisce al nome Balaròi, la stirpe ribelle che presidiava i monti di Alà in aperta opposizione alla dominazione romana. L’odierna specificazione di Alà dei Sardi, è stata attribuita per Regio Decreto nel 1864 per evitare confusione con altre località italiane dal nome simile, come Ala di Stura (TO) e Ala (TN).
L’attuale borgo di Alà dei Sardi, impreziosito dal murale dell’ultima bardana che rappresenta il saccheggio a danno dei benestanti, sorge nel XVII secolo attorno alla chiesa di Santa Maria (1619), poi ricostruita tra il 1880 e il 1961, e diventata parrocchiale di Sant’Agostino. Il patrono si festeggia a fine agosto quando ai riti religiosi si associano manifestazioni folcloristiche e scenografie in cui gli splendidi abiti tradizionali alaesi la fanno da protagonisti. Il territorio di Alà dei Sardi è stato riconosciuto come uno dei più ventosi d’Italia. Non è un caso se tra le sue campagne è stato eretto il parco eolico tra i più grandi e tecnologicamente avanzati d’Europa.
A due chilometri dal paese, in località Norile, sorge il Santuario di San Francesco d’Assisi. Fondato nel 1905 per volere del centenario Giovanni Piscera dopo un’apparizione mistica del santo in sogno. Oggi le celebrazioni richiamano ogni anno decine di migliaia di fedeli all’adorazione nella chiesa campestre.