Olbia e la sua storia
La storia di Olbia è antica ed affascinante!
Il nome greco della città, ὄλβιος ovvero Olbios, “felice” o “prospera” rende un l’idea di un territorio fertile, dall’ottimo clima in una collocazione geografica che ne ha fatto fin dall’antichità un luogo strategico per il commercio nel Mediterraneo.
Dai primi insediamenti già dal periodo del Neolitico nei dintorni (Santa Mariedda) per passare attraverso le Tombe dei Giganti di Su Mont’e s’Abe dell’età del Bronzo, anche questa zona vede un intensa presenza della autoctona civiltà nuragica.
Molto belli i resti del Pozzo sacro di Sa Testa sulla strada per Pittulongu-Golfo Aranci e del Complesso nuragico di Cabu Abbas.
Olbia vide i popoli del mare quali fenici, punici e greci: negli scavi archeologici del 2007 sono emerse tracce dell’abitato punico in via Regina Elena, in pieno centro storico così come i resti dell’acquedotto romano e delle Terme sono ben visibili nella zona della stazione ferroviaria.
I resti un tragico episodio, quello dell’ attacco dei Vandali nel v° sec. è testimoniato dal ritrovamento delle navi bruciate ed affondate nel porto. Il loro ritrovamento nel 1999 grazie agli scavi archeologici, ha dato il via alla creazione del Museo del Molo Brin.
Qui potrete ammirare oltre alle navi in esposizione, una moltitudine di reperti di tutte le epoche del passato cittadino; inoltre il Museo ospita spesso mostre fotografiche ed eventi culturali.
Con la nascita, dopo il periodo bizantino, dei Giudicati, che ai 4 capi dell’isola crearono una forma autonoma di governo in Sardegna, vediamo Olbia sotto il Giudicato di Gallura.
La città fu cinta da mura e tra i simboli del periodo la Basilica di san Simplicio, bellissimo esempio di architettura romanica, che ospitò il matrimonio della giovane Giudicessa Elena di Gallura (1190-1218, tra le prime donne in Europa su un trono) col pisano Lamberto Visconti. L’edificio è visitabile con l’annessa Necropoli (450 tombe di età romana risalenti 200 a.C.).
Con la fine di Giudicati e l’arrivo dei Pisani (a questo periodo risale il castello di Pedres)e poi dei Catalano-Aragonesi comincia il periodo dell’indebolimento commerciale, più orientato alla Spagna e quindi alla costa Ovest dell’Isola.
Olbia divenne Terranova, e vide le incursioni dei pirati saraceni e le varie pestilenze che attraversarono l’Europa dopo il Medioevo. Dalla metà del 500 Olbia è quasi disabitata e lo rimarrà ben oltre l’arrivo del Regno Sardo Piemontese.
Solo la riqualificazione del porto di Terranova (1870) e l’arrivo della ferrovia inaugurata nel 1881, con la linea che raggiungeva Cagliari, contribuisce alla rinascita della cittadina. Nel 1927 il primo aeroporto, quello di Venafiorita, mentre nel 1930 venne inaugurata la stazione marittima.
Nel 1939 la città riprende il nome di Olbia. E negli anni 60, come in tutta la Gallura comincia la sua scoperta come territorio ambito per i turisti: la cittadina ha una economia florida, con gli scali portuali ( Isola VBIanca) ed aeroportuali (Aeroporto Costa Smeralda) tra i più attivi del Mediterraneo.